Alessandro Lorenzini

Runner d'esperienza, è la voce dello sport senese.

Il 18.10.2015 ha corso la sua prima mezza maratona (Chianti Trail) in 2h 33' 22"; la "mise" da lavoro è strepitosa ed andava assolutamente postata !!!

Un anno dopo (16.10.2016) ha corso nuovamente la mezza maratona Chianti Trail in 2h 34' 21" dimostrando che nulla era cambiato...

Incredibilmente, il 30.10.2016 ha corso la Maratonina del Chianti in 2h 22' 57", confermando la "mise" esplosiva.

L'08 gennaio 2017 ha stracciato il suo PB di 19' correndo la prima Tuscany Camp Half Marathon in 2h 04' 26".

Il 26 febbraio 2017 ha corso la 32 km della Terre di Siena !!!

Il 26 novembre 2017 ha realizzato il sogno di diventare Maratoneta a Firenze, sotto il diluvio, in 5h 14' 23". Ecco cosa ha scritto due giorni dopo nel suo Blog:

La corsa, la vita
Non pensavo che una corsa di 42 chilometri e 195 metri potesse insegnare così tanto. Forse perchè a Firenze è stata la prima. Non credevo, però, potesse essere un viaggio introspettivo così particolare, un percorso che cresce di intensità chilometro dopo chilometro. Di più. Passo dopo passo. E se i primi sono fluidi, quasi tranquilli, forti di un allenamento comunque costante, quelli da metà in poi si fanno pieni di dubbi, quasi di incertezze, di punti interrogativi, di riflessioni. Ed è lì che tiri fuori tutto quello che hai dentro, che non è solo benzina nelle gambe e ossigeno nei polmoni, ma è altro. E’ cuore, è vita che scorre, sono pulsazioni di adrenalina, morsi uno dopo l’altro alla strada. Pensieri positivi, certo; ma non soltanto. Ribellione. Negli ultimi chilometri, negli ultimi metri, ho sentito tante persone con me. Quelle che mi vogliono bene, certo e che sono state fondamentali; ma non solo. Perchè questa è la vita ed è fatta di tanti ostacoli, di uomini e donne che ti danno una spinta e di altre che ti fanno lo sgambetto. Tutte, in qualche modo, ti aiutano, perchè anche chi non vorrebbe darti una mano, in realtà, pone ostacoli che, superati, ti insegnano a non mollare. Mai. E a guardarti indietro con un sorriso. L’emozione nel baciare, alla fine, quella medaglia è stato tutto questo. Al di là dell’esperienza squisitamente sportiva, che pure è un bel mondo fatto di sacrifici, sveglie all’alba, corse al freddo e lunghi chilometri macinati per le strade impervie di Siena, spesso con gli sguardi increduli di chi ti vedeva passare mezzo sconvolto dopo decine di migliaia di metri passo dopo passo. Lo sforzo fisico, che ti insegna ad andare oltre i tuoi limiti è quasi niente rispetto alla crescita a livello mentale: a quegli ultimi metri azzannati con la testa, con la voglia e la determinazione di “andarsi a prendere” la medaglia. Metafora di vita, di lotta, di sforzo verso una crescita ed un miglioramento continuo. Stringere i denti per un traguardo sempre più alto. Avanti. Senza padroni.